STUDI – Nel 2023 +3,3% artigianato digitale, top performance del decennio. Maggiore dinamismo in Veneto, Lazio e Sardegna. Granelli: “Facilitare accesso PMI a misure per Transizioni Digitali e Green”
Il crescente flusso degli investimenti delle imprese ha sostenuto l’intensificazione dei processi di digitalizzazione, generando una domanda di servizi che ha stimolato l’offerta nei settori dei servizi digitali, uno stimolo che ha interessato le imprese artigiane, creando valore aggiunto e alimentando la crescita del PIL.
“L’innovazione tecnologica – sottolinea il Presidente di Confartigianato Marco Granelli – serve ad esaltare il patrimonio di eccellenza e di competenze delle nostre aziende. Artigiani e piccoli imprenditori sono capaci di coniugare le tecnologie digitali con la creatività e il ‘saper fare’, la tradizione, il gusto, il fatto su misura, vale a dire le caratteristiche che da sempre fanno grandi nel mondo i prodotti delle imprese italiane a valore artigiano. Proprio per questo è necessario sostenere questa loro propensione con il pieno coinvolgimento e la facile accessibilità alle misure alle misure previste per realizzare le transizioni digitali e green”.
Dal 2014 in poi la propensione ad investire delle imprese ha registrato una progressiva crescita, frenata dalla pandemia, ma seguita da una pronta ripesa. Nel 2023 (ultimi dodici mesi a giugno) il rapporto tra investimenti delle imprese e valore aggiunto è del 22,8% ed è salito di 1,1 punti rispetto a cinque anni prima.
Nel 2022 il 67,1% delle micro e piccole imprese ha investito in almeno uno dei tre ambiti della transizione digitale: tecnologie digitali, modello organizzativo aziendale e sviluppo di nuovi modelli di business.
Nell’arco di un quinquennio (2018-2023) il valore aggiunto dell’economia digitale – settore J relativo ai Servizi di informazione e comunicazione – è salito del 16,5% a fronte del 4,4% del totale servizi e al +3,9% del totale economia. Insieme alle costruzioni, le attività nei servizi digitali e ICT hanno sostenuto la ripresa post pandemia.
A fronte della crescita della qualità e offerta di servizi per famiglie e imprese è salito anche il numero di imprese che offrono servizi digitali, con un marcato dinamismo anche nell’artigianato.
Negli ultimi cinque anni (terzo trimestre 2018-terzo trimestre 2023) le imprese artigiane dei Servizi di informazione e comunicazione sono salite del 14,1%, in controtendenza rispetto al calo delle imprese artigiane totali (-3,2%).
Nel 2023 la crescita annua delle imprese artigiane digitali è del 3,3% e risulta la migliore performance degli ultimi dieci anni: bisogna tornare al 2012 per trovare uno spunto migliore (+3,6%).
Tra le maggiori regioni – con almeno 500 imprese artigiane digitali – si osserva un più marcato dinamismo dell’artigianato digitale in Veneto con un crescita annua del +6,6%, seguito dal Lazio con 5,9%, Sardegna con 5,7%, Piemonte con 4,0%, Emilia-Romagna con 3,4% e Lombardia con 3,3%. Tra le altre regioni spunti di crescita più marcati Umbria, Molise, Valle d’Aosta e Campania.
Tra le maggiori province – con almeno 200 unità nel settore in esame – il tasso di crescita superiore alla media si registra a Padova con +11,8%, seguito da Vicenza con 9,7%, Cagliari con +6,8%, Cuneo con +6,2%, Treviso con +5,0%, Roma con +4,9%, Como con +4,8%, Sassari con +4,6%, Torino con +4,5%, Milano con +4,3%, Bergamo con +4,2%, Firenze con +3,9%, Verona con +3,5%, Monza e Brianza e Bologna con +3,3%.
Dinamica annuale delle imprese artigiane digitale
2010-2023, var. % tendenziale al terzo trimestre, imprese attive sezione J Ateco 2007 – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati CCIAA Marche-InfoCamere
Dinamica delle imprese artigiane dei servizi digitali nel 2023 per regione
Settembre 2023, var. % tendenziale imprese attive sezione J Ateco 2007, primo gruppo: almeno 500 unità – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati CCIAA Marche-InfoCamere
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