MEDIA – Su QN intervista al Presidente Granelli: “Pnrr, credito, manodopera, le sfide per le Mpi”
Oggi, in un’intervista su QN Economia&Lavoro, l’inserto settimanale dei quotidiani Il Giorno, La Nazione, il Resto del Carlino, il Presidente di Confartigianato Marco Granelli approfondisce alcune delle sfide più importanti per artigiani e piccole imprese e per il futuro del Paese.
A cominciare dall’attuazione del Pnrr, con la necessità di coinvolgere gli imprenditori nella sua attuazione e superare le lentezze nella gestione amministrativa.
I rialzi dei tassi di interesse e la stretta monetaria sono un altro tema sul quale Granelli richiama l’attenzione, denunciando che, nell’ultimo anno, le piccole imprese hanno subito un aumento di 6,7 miliardi del costo del credito e mostrano un forte calo dell’accesso ai finanziamenti bancari.
La difficoltà a reperire manodopera è un’altra emergenza che colpisce le piccole imprese e impone politiche strutturali per avvicinare la scuola e il mondo del lavoro.
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Cominciamo con una buona notizia: nei giorni scorsi è arrivato finalmente lo sblocco della terza rata del PNRR. Un segnale positivo per la ripartenza delle imprese italiane.
Sì’, perché il coinvolgimento degli imprenditori è una delle condizioni indispensabili per l’attuazione del Piano, insieme con l’efficienza nella sua gestione da parte della Pubblica amministrazione. Ora ci vuole proprio un cambio di passo per superare ostacoli e lentezze da eccessiva burocrazia che hanno rallentato l’attuazione del Piano. I correttivi e le revisioni devono però lasciare inalterate due direttrici per noi fondamentali: da un lato l’attenzione alla transizione digitale e a quella energetica, dall’altro il potenziamento della capacità amministrativa e delle relative risorse per la Pa. E, su tutto, va rafforzata una visione programmatica di legislatura che faccia leva sulle riforme e grazie alla quale sarà possibile scaricare a terra il grande potenziale del Pnrr, alimentando la fiducia delle imprese e dell’economia reale.
Come si recupera il tempo perduto? Dove bisogna spendere le risorse?
Sul fronte del RepowerEU, occorre investire soprattutto nella micro generazione distribuita e su autoproduzione e autoconsumo anche per le imprese, oltre che nell’efficientamento e risparmio energetico del patrimonio edile, non soltanto residenziale. Ci aspettiamo il sostegno all’economia di prossimità e, accanto alle grandi opere, agli interventi diffusi di cura, manutenzione, riqualificazione e messa in sicurezza del territorio. Gli incentivi eco e sisma bonus devono trovare una programmazione pluriennale sostenibile nell’ambito del bilancio dello Stato. Altrettanto importante puntare sugli investimenti delle imprese, ridefinendo le risorse destinate al piano Impresa 4.0 e, con dotazioni adeguate, reintrodurre il superammortamento e il finanziamento strutturale della cosiddetta ‘Nuova Sabatini’. Altro capitolo fondamentale è il turismo: va affrontato sostenendo il sistema delle imprese artigiane e di vicinato che sono fondamentali per alimentare l’attrattività turistica di tutti i territori italiani.
Nel frattempo, però, i continui aumenti dei tassi di interesse quanto influiscono sulle Pmi?
La stretta monetaria rischia di condizionare le prospettive delle nostre imprese. Basti dire che, nell’ultimo anno, le micro e piccole imprese hanno subito un aumento di 6,7 miliardi del costo del credito. I nostri dati mostrano anche un crollo nell’accesso ai finanziamenti bancari da parte delle Mpi. Diminuiscono molto la richiesta di credito a medio-lungo periodo e la spesa per investimenti. Segno che gli imprenditori sono prudenti e in attesa di certezze.
Per quanto riguarda il credito di piccolo importo, le banche tendono sempre più a spostare la domanda delle imprese verso le finanziarie del credito al consumo, con aggravio significativo dei costi per interesse. Altro fenomeno da tenere sotto controllo è il trend dei tempi di pagamento tra imprese che dà segnali di rialzo ed è sintomo di possibile ulteriore aumento della pressione sul fronte dell’accesso al credito.
A giudizio di Confartigianato, la situazione va affrontata con una riforma del Fondo centrale di garanzia che deve sapersi adeguare strutturalmente alle mutate condizioni di mercato, cessando di operare ‘in emergenza’ e recuperando la necessaria efficace allocazione delle risorse pubbliche a sostegno delle imprese che incontrano maggiori difficoltà nel rapporto con il canale bancario. Se lo Stato deve impegnare ingenti risorse per garantire un’alta percentuale di garanzia, nell’ordine dell’80-90 per cento, allora diventa ineludibile una adeguata policy pubblica, che Confartigianato sollecita da tempo, a supporto delle mcro e piccole imprese. Per superare le strettoie del credito ordinario, serve un mix di strumenti di incentivazione e di credito agevolato, ispirato ad un’efficace azione di programmazione delle politiche di sostegno all’impresa diffusa.
Da una parte c’è l’impegno per la crescita economica, dall’altra la difficoltà di reperimento di manodopera. Una criticità che riguarda tutta l’Unione europea.
Il problema di trovare manodopera sta diventando una vera e propria emergenza per le nostre aziende e un paradosso per il mercato del lavoro italiano, con le aziende a corto di personale e i giovani a spasso. Nel 2022 le piccole imprese hanno avuto difficoltà a reperire 1,4 milioni di lavoratori, pari al 42,7% delle assunzioni previste. Nel frattempo, circa 1,7 milioni di giovani, quasi un quinto di chi ha tra 15 e 29 anni, non studia, non lavora e non è inserito in percorsi di formazione. Insomma, il lavoro c’è, mancano i lavoratori. La carenza di personale va affrontata con un approccio sistemico e coordinato, anche di tipo culturale, degli interventi di politica economica e delle misure per riattivare il mercato del lavoro. C’è molto da cambiare e da migliorare nel rapporto tra il mondo della scuola e quello del lavoro, a cominciare dalla formazione e qualificazione del personale con una riforma del sistema di orientamento scolastico che rilanci gli Istituti Professionali e gli Istituti Tecnici, investa sulle competenze a cominciare dall’uso delle tecnologie digitali e punti sull’alternanza scuola lavoro e sull’apprendistato duale e professionalizzante.
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