LAVORO – Imprese cercano 699mila specialisti digitali, ne mancano 362mila. Trentino e Bolzano in testa per ‘introvabili’

LAVORO – Imprese cercano 699mila specialisti digitali, ne mancano 362mila. Trentino e Bolzano in testa per ‘introvabili’

In una fase di indebolimento del ciclo economico, la domanda di lavoro sta sostenendo i processi di crescita. Sono sempre più ricercate dalle imprese le competenze per affrontare le transizioni digitali e green, ma cresce la difficoltà di reperimento del personale, a cui le imprese stanno reagendo con misure diversificate per attrarre giovani talenti e trattenere i lavoratori con più elevate skills ed esperienza. L’implementazione di sistemi di intelligenza artificiale (IA) ha un impatto rilevante sul mercato del lavoro, mentre genera opportunità e forme di collaborazione nella gestione delle piccole imprese. I processi di transizione digitale e la diffusione dei sistemi di IA possono essere ostacolati dalla mancanza di lavoratori qualificati.

IA, imprese e lavoro. Nostre analisi evidenziano che in Italia il 36,2% degli occupati si riferisce a professioni esposte ad un alto impatto dell’intelligenza artificiale. Sono 125 mila le micro e piccole imprese pioniere dell’IA: si tratta del 12,6% delle imprese tra 3 e 49 addetti che nel biennio 2021-2022 ha utilizzato una o più soluzioni di intelligenza artificiale. L’analisi dei dati Eurostat evidenzia che l’Italia è al 4° posto in Ue a 27 per quota di piccole imprese che utilizzano robot, che è pari al 6,9%, superando il 4,6% della media europea, il 6,0% della Francia e risultando pressoché doppia rispetto al 3,5% della Germania.

Con lo sviluppo dei sistemi di IA si delineano, oltre a fenomeni di polarizzazione del lavoro e di disparità di reddito, anche una prevalenza di processi di collaborazione tra lavoratori e sistemi di IA rispetto alla sostituzione degli input di lavoro. Vi sarà un riequilibrio del portafoglio delle competenze imprenditoriali, un fenomeno più marcato per le piccole imprese nelle quali l’imprenditore accentra su di sé attività caratteristiche di professioni maggiormente orientate alla collaborazione con l’IA. L’intelligenza artificiale si fonderà in modo collaborativo con l’“Intelligenza Artigiana” degli imprenditori.

I rischi: la mancanza di lavoratori qualificati frena la transizione digitale. Nel 2023 le imprese prevedono l’entrata di 699mila lavoratori con una elevata richiesta di competenze digitali avanzate 4.0, e più della metà (51,8%) risulta di difficile reperimento: si tratta di 362mila lavoratori con competenze per gestire tecnologie di intelligenza artificiale, cloud computing, Industrial Internet of Things (IoT), data analytics e big data, realtà virtuale e aumentata e blockchain. La quota sale al 54,9% per le micro e piccole imprese che richiedono queste competenze: il focus sulla domanda delle MPI delle competenze digitali avanzate 4.0 con il dettaglio regionale nel rapporto “La ricerca del lavoro perduto” presentato dall’Ufficio Studi il 25 giugno 2024 nel corso dell’Assemblea di Confartigianato alla quale è intervenuta Marina Calderone, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali.

L’analisi territoriale evidenzia che il fenomeno della carenza di manodopera necessaria per gestire i processi più sofisticati della transizione digitale delle imprese è più marcato in Trentino-Alto Adige con il 65,8% delle entrate con elevata richiesta di competenze digitali avanzate 4.0 che risultano difficili da reperire, seguito da Friuli-Venezia Giulia con 62,6%, Umbria con 60,3% Marche con 57,1%, Veneto con 56,3% ed Emilia-Romagna con 55,8%. Quota superiore alla media anche per Toscana con 54%, Liguria con 53,1%, Piemonte con 53%, Lombardia con 52,3% e Abruzzo con 52%, prima regione del Mezzogiorno.

Tra le province il mismatch tra domanda e offerta di personale con elevate competenze per applicare le tecnologie 4.0 è più marcato a Bolzano con 69,2% delle entrate difficili da reperire, Trieste con 68,3%, Terni con 67,5%, Udine con 66,5%, Cuneo con 66%, Lucca con 64,2%, Lodi con 63,6%, Gorizia con 61,9%, Biella con 61,4%, Trento con 61,4%, Lecco con 60,7%, Belluno con 60,5% e Macerata con 60,4%. A seguire, La Spezia con 59,8%, Arezzo con 59,4%, Pisa con 59,2%, Asti con 59,1%, Rimini con 59%, Brescia con 58,7%, Padova con 58,6%, Ravenna con 58,6%, Vicenza con 58,5%, Perugia con 58,3%, Como con 57,7% e Monza e Brianza con 57,6%.

 

Entrate con elevata capacità di applicare tecnologie 4.0 e difficoltà reperimento per regione

Anno 2023, entrate previste da imprese, eventuali differenze derivanti da arrotondamenti – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali

Entrate con elevata capacità di applicare tecnologie 4.0 e difficoltà reperimento per provincia 1/2

Anno 2023, entrate previste da imprese, eventuali differenze derivanti da arrotondamenti – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali

 

Entrate con elevata capacità di applicare tecnologie 4.0 e difficoltà reperimento per provincia 2/2

Anno 2023, entrate previste da imprese, eventuali differenze derivanti da arrotondamenti – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali

L’articolo STUDI – Competenze per l’IA: 362 mila lavoratori difficili da reperire, al top Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Umbria, Marche ed Emilia-Romagna proviene da Confartigianato Imprese.