MEDIA – Schiavi dei robot? No, artefici di creatività innovativa. L’IA secondo Confartigianato

MEDIA – Schiavi dei robot? No, artefici di creatività innovativa. L’IA secondo Confartigianato

Chi ha paura dell’intelligenza artificiale? In un articolo pubblicato oggi sul quotidiano ‘Il Foglio’, il Presidente di Confartigianato Marco Granelli ribadisce la necessità di considerarla uno strumento al servizio delle imprese per potenziare la qualità dei prodotti e dei servizi e spiega che va governata da un’altra IA: l’Intelligenza Artigiana.

Leggi di seguito il testo dell’articolo su ‘Il Foglio’

Schiavi dei robot o artefici di creatività innovativa? Il destino degli uomini e degli imprenditori di fronte ai rischi e alle potenzialità dell’intelligenza artificiale è uno dei temi cruciali per il futuro dell’economia e, in generale, delle nostre società. Confartigianato lo ha messo al centro di riflessioni e di iniziative che puntano sull’intelligenza artigiana per costruire il futuro sostenibile del made in Italy.

Spiega il Presidente Marco Granelli: “Per noi l’acronimo IA si scioglie in Intelligenza Artigiana. La consideriamo indispensabile per realizzare un modello di sviluppo economico e sociale ‘a misura d’uomo’, ricco della creatività e delle competenze inimitabili delle piccole imprese italiane. Sapremo vincere le sfide delle grandi transizioni con la forza dei valori artigiani, capaci di unire l’innovazione digitale con la tradizione manifatturiera per dare ’anima’ a prodotti e servizi belli e ben fatti, simbolo del made in Italy e frutto della testa, delle mani e del cuore dei nostri imprenditori”.

Nessuna paura del nuovo e della tecnologia, nessuna nostalgia per vecchi modi di produrre. “L’intelligenza artificiale – sottolinea ancora il Presidente di Confartigianato – è un mezzo, non è il fine. Non va temuta, ma governata dall’intelligenza artigiana per farne uno strumento capace di esaltare la creatività e le competenze, ineguagliabili, dei nostri imprenditori. Non c’è robot o algoritmo che possano copiare il sapere artigiano e simulare il nostro talento che rende unico nel mondo il made in Italy. Vogliamo consentire ai nostri imprenditori di partecipare alla sfida dell’innovazione per migliorare l’eccellenza e l’unicità di ciò che producono. Con un modello irrinunciabile: il modello made in Italy! Perché crediamo che nessun robot potrà mai sostituire l’uomo e la sua intelligenza. Una cosa è certa: la tecnologia, la cultura digitale aiutano, ma per i piccoli imprenditori italiani a vincere è sempre la persona, non la macchina”.

Del resto, è proprio l’Ufficio studi di Confartigianato a dimostrare che l’intelligenza artificiale può trasformarsi da rischio in opportunità, in un’arma che le piccole imprese stanno sfruttando per ottimizzare le proprie attività. In particolare, il 6,9% delle nostre Pmi utilizza robot, superando il 4,6% della media europea e doppiando il 3,5% della Germania. Inoltre, il 5,3% delle Pmi usa sistemi di intelligenza artificiale e il 13% prevede di effettuare nel prossimo futuro investimenti nell’applicazione dell’IA.

Tutto questo a fronte di innegabili insidie e incognite. Sempre secondo un rapporto di Confartigianato che analizza il grado di esposizione all’IA del nostro mercato del lavoro, sarebbero 8,4 milioni i lavoratori italiani a rischio per effetto della diffusione dell’intelligenza artificiale. In pratica, il 36,2% del totale degli occupati subirà l’impatto delle profonde trasformazioni tecnologiche e dei processi di automazione. Una percentuale, quella italiana, inferiore di 3,3 punti rispetto al 39,5% della media europea di lavoratori maggiormente esposti all’IA. Stanno peggio di noi Germania e Francia rispettivamente al 43% e al 41,4% di lavoratori in bilico e il Lussemburgo con addirittura il 59,4%, seguito da Belgio al 48,8% e Svezia al 48%. Le professioni più esposte sono quelle maggiormente qualificate e a contenuto intellettuale e amministrativo, a cominciare dai tecnici dell’informazione e della comunicazione, dirigenti amministrativi e commerciali, specialisti delle scienze commerciali e dell’amministrazione, specialisti in scienze e ingegneria, dirigenti della pubblica amministrazione.

 

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