AGGIORNAMENTO MISURE CORONAVIRUS DOPO IL DECRETO dell’8 MARZO
Informiamo che le misure per contenere la diffusione del coronavirus si sono fatte ancora più strette attraverso il nuovo Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri 8 marzo 2020 al quale si aggiunge un’ordinanza della Regione Emilia-Romagna.
Di seguito indichiamo le principali misure in vigore fino al 3 aprile a Bologna.
Salute, quarantena e isolamento.
Chi è sottoposto alla misura della quarantena e chi risulta positivo al virus ha il divieto assoluto di muoversi dalla propria abitazione o dimora. A questo si aggiunge per tutta l’Emilia-Romagna, per effetto dell’ordinanza firmata dal Presidente Stefano Bonaccini, la forte raccomandazione a restare in casa, limitare al massimo le relazioni sociali e contattare il proprio medico curante a chi ha sintomi da infezione respiratoria e febbre maggiore di 37,5°C.
Scuole
Il Dpcm 8 marzo 2020 conferma per Bologna fino al 15 marzo la sospensione dei servizi educativi per l’infanzia, le attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado nonché la frequenza delle attività scolastiche e di formazione superiore, comprese le Università e le Istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica, di corsi professionali anche regionali, master, università per anziani e corsi svolti dalle scuole guida. Resta confermata la possibilità di svolgimento di attività formative a distanza.
Rispetto al Dpcm precedente, “al fine di mantenere il distanziamento sociale, è da escludersi qualsiasi altra forma di aggregazione alternativa”. Pertanto a Bologna fino al 15 marzo resteranno chiusi i centri socioeducativi, i Centri Anni Verdi e i centri di aggregazione per adolescenti e preadolescenti.
Fino al 15 marzo sono sospesi i viaggi d’istruzione, le iniziative di scambio o gemellaggio, le visite guidate e le uscite didattiche programmate dalle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado.
Stop all’attività di palestre, piscine, centri sportivi, centri diurni
L’ordinanza della Regione rende omogenea per tutto il territorio dell’Emilia-Romagna una misura che il Dpcm prevedeva solo per la Lombardia e le 14 province in isolamento, e cioè la sospensione fino al 3 aprile 2020 delle attività di palestre, centri sportivi, piscine, centri natatori, centri benessere, centri termali (fatta eccezione per l’erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza), centri culturali, centri sociali, centri ricreativi. Per prevenire in maniera più efficace il rischio di contagio nelle fasce più fragili delle comunità, la Regione ha deciso di sospendere anche l’attività dei centri semiresidenziali per anziani e per disabili (centri diurni) e dei centri socio-occupazionali per disabili. Dove possibile saranno incentivati percorsi di domiciliarità.
Chiusi al pubblico i luoghi della cultura
Nel rispetto del Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri (Dpcm) 8 marzo 2020, fino al 3 aprile è sospesa l’apertura dei musei e biblioteche e di tutti gli altri luoghi della cultura (archivi, aree e parchi archeologici, complessi monumentali). Chiuse dunque al pubblico tutte le sedi dell’Istituzione Bologna Musei e dell’Istituzione Biblioteche.
Stop a cinema e teatri
Sono sospese le manifestazioni, gli eventi e gli spettacoli di qualsiasi natura, inclusi quelli cinematografici e teatrali, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato. Da rimandare a date successive al 3 aprile tutti i convegni e i congressi.
Chiusi pub, scuole di ballo, sale giochi, discoteche
Sono sospese le attività di pub, scuole di ballo, sale giochi, sale scommesse e sale bingo, discoteche e locali assimilati, con sanzione della sospensione dell’attività in caso di violazione.
Ristoranti, bar e negozi: aperti ma va rispettato il metro di distanza
Lo svolgimento delle attività di ristorazione e bar è consentito ma con l’obbligo, a carico del gestore, di far rispettare la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro, con sanzione della sospensione dell’attività in caso di violazione. Negli esercizi commerciali diversi da ristorazione e bar, all’aperto e al chiuso, è fortemente raccomandato che il gestore garantisca l’adozione di misure organizzative tali da consentire un accesso con modalità contingentate o comunque idonee ad evitare assembramenti di persone, nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro tra i visitatori.
Spostarsi per ragioni di lavoro
Una delle misure più incisive del Dpcm 8 marzo 2020 è quella di evitare gli spostamenti di persone nelle aree oggetto delle misure più stringenti (fra cui le cinque province emiliano-romagnole Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena e Rimini), limitandoli a comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità e motivi di salute. Il Governo ha chiarito che non esistono restrizioni per la mobilità dei lavoratori e delle merci né all’interno del Paese né tra il nostro Paese e gli altri. Dunque, chi deve spostarsi per ragioni di lavoro, anche fra le province e all’interno di esse, lo può fare. È quindi garantito il diritto a lavorare per chi è in buona salute, non presenta sintomi né debba rispettare il periodo di quarantena. Con l’avvertenza che si tratti sempre di spostamenti per ragioni di lavoro o di necessità. A questo proposito è stata diffusa una direttiva del Ministero dell’Interno che contiene le modalità per spostarsi in caso di necessità.
Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri 8 marzo 2020
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